Le Campane Tibetane hanno un passato misterioso e le informazioni scritte circa le loro origini sono quasi inesistenti. Alcune ricerche ci fanno sapere che le C.T. erano presenti in Tibet già 3000 anni fa (tarda età del bronzo); periodo questo antecedente alla venuta del Principe Siddharta da cui derivò il Buddismo Indiano (564 A.C.). La campana himalayana, così chiamata, veniva prodotta come lo è ancora oggi , nei paesi del Nepal, Bangladesh, Bhutan, Laddak, situati sulla catena montuosa dell’Himalaya e in alcune zone dell’India settentrionale come ad Orissa, Assam,Sikkim. Per quanto riguarda il loro utilizzo dobbiamo risalire invece agli antichi monaci Bon che ne conoscevano sia il valore che l’applicazione sul corpo umano. In Tibet i monaci Bon-po ( classe più elevata dei monaci Bon) erano considerati veri e propri Sciamani e soltanto loro potevano usare questi strumenti per la guarigione dell’uomo che presentava segni di malattie non visibili. Il pensiero dei monaci Bon, si rifà al Buddhismo Cosmico che trova origine nella cultura Persiana. Il fondatore dei monaci Bon proveniva dall’attuale IRAN (gli antichi territori della Mesopotamia dove si racconta siano nate le prime Campane circa 5000 anni or sono).Inizialmente furono usate da gente comune come recipienti per il cibo o come contenitori di piccoli beni personali.
In un secondo tempo esse vennero utilizzate dagli sciamani Bon-po come strumento di meditazione, preghiera o come oggetti rituali per viaggiare in altri regni. Si erano accorti che facendo vibrare la ciotola, essa emetteva la frequenza dell’OM che va direttamente all’Anima; l’Om è il suono per eccellenza, quello primordiale; è il suono di ciò che eravamo prima di scendere sulla Terra e quello di ciò che saremo dopo averla lasciata. Deducendo quindi che il “carattere” della Campana è un misto fra sciamanesimo,induismo, vedismo e buddismo cosmico, possiamo concludere che essa non è né Tibetana, né Buddhista, ma soltanto successivamente verrà influenzata dalle componenti religiose di quest’ultimo.
Quanto detto lo possiamo constatare dal fatto che le ciotole non sono costruite dai monaci, né da loro usate; non le troviamo infatti in nessun monastero o museo del Tibet e delle regioni che seguono la cultura tibetana. Arrivarono in Occidente intorno alla metà dell’Ottocento grazie agli inglesi che, dopo aver colonizzato l’India rientrarono in patria portandosele dietro insieme a molti altri oggetti; naturalmente il loro nuovo utilizzo fece perdere alle ciotole il loro carattere originario sacro esoterico.
Il forte impatto con questi strumenti avvenne però nel 1959, dopo l’invasione cinese del Tibet. In seguito alla cacciata del Dalai Lama, si verificò infatti un grande esodo di monaci tibetani verso occidente. Le Campane sopravvissute alla distruzione dell’occupazione cinese, vennero portate sulle spalle degli esuli per essere utilizzate soprattutto come contenitori di cereali e altro cibo e spesso vendute per garantirsi un minimo di sopravvivenza. Furono poi i tedeschi a farcele conoscere, essendo loro fra i pionieri nella ricerca della vibrazione sonora.
Composizione e Funzionamento
Le campane tibetane sono composte da una lega di sette metalli i quali corrispondono ai sette principali pianeti del nostro Sistema Solare e ai conseguenti principi; c’è infatti l’oro che richiama al Sole, ossia al principio vitale, l’argento è per la Luna che rappresenta l’elemento femminile, il mercurio per il pianeta Mercurio: la comunicazione, il rame è di Venere ovvero la bellezza, il ferro è per Marte: l’energia e la forza, lo stagno corrisponde a Giove: la giustizia, l’autorità e infine il piombo per Saturno cioè la fermezza, la concentrazione.
Percuotendo la campana, si sprigionano le frequenze dei vari metalli che vibrano all’unisono con quelle dei pianeti corrispondenti; il loro suono consente di armonizzare i sette centri energetici (chakra) a seconda della nota con cui viene accordata la campana stessa.
La forgiatura delle antiche campane tibetane era eseguita tramite martellatura di un disco di lega posto da più martellatori su di una pietra curva. Il metallo poi veniva fatto raffreddare, riscaldare nuovamente e battuto ancora una volta con martelli più piccoli. L’operazione si ripeteva più volte. Ancora oggi vengono realizzate con questo metodo mentre si recita un prezioso
Mantra (o preghiera) dedicato a coloro che ne faranno uso e ne ascolteranno il suono che riequilibra energie Fisiche e Spirituali. La qualità armonica delle C.T. è scaturita da molteplici fattori, conformazione, amalgama, parte artigianale, per cui devono essere realizzate molto bene per essere il più efficaci possibile. Tutte le Campane sono in Bronzo, una lega formata da Rame ( 70-80 % ) e Stagno (20-30 %); due metalli molto duttili e malleabili, dove lo stagno influisce sulla
durezza. La durezza è un fattore molto importante, perché determina la persistenza della
vibrazione del suono come pure la capacità di resistere agli urti. È fondamentale inoltre non impiegare elementi che contengano più di 1 – 1,5 % di impurità ovvero metalli estranei al rame e stagno come zinco, nichel, silicio. Invece sono sempre presenti tracce di zolfo e fosforo e anche di argento che aggiunge elasticità alle Campane e aumenta la persistenza sonoro- vibrazionale.Importante per una buona riuscita è il raffreddamento. Sia la fusione, che avviene a 800/1100 gradi e il raffreddamento, determinano i legami tra le varie particelle di materiale ai fini della purezza del suono e della qualità della vibrazione.
Le campane e l'acqua
Come abbiamo visto, il suono influenza le oltre cento trilioni di cellule presenti nel nostro corpo; ognuna di esse ha una propria nota di risonanza. Essendo le nostre cellule formate per oltre il 70% di acqua, ci sono esperimenti che confermano di come la vibrazione sonora vada a influenzarle. Uno degli ultimi ricercatori in proposito è stato Masaru Emoto, scienziato giapponese, che ha dimostrato come eventuali suoni, musica, parole, emozioni, pensieri e altro, possano modificare la struttura molecolare. Dagli esperimenti si evince che, quando l’informazione veicola energia positiva, la molecola d’acqua, attraverso la risonanza indotta, risponde con forme bellissime somiglianti a mandala. Al contrario, se il sentimento veicolato è negativo, si vengono a formare cristalli disarmonici che danno vita a “disegni” imperfetti. L’influenza del suono sulla materia possiamo osservarla anche attraverso la vibrazione delle Campane Tibetane. Se versiamo dell’acqua all’interno della Campana per circa un terzo o vicino alla metà di essa (a seconda del tipo di ciotola) e iniziamo ad attivarla per mezzo dello sfregamento, vedremo apparire in superficie delle forme geometriche circolari sempre più complesse fino a che si formeranno delle bollicine. Mettendo più pressione sul bordo della campana con il batacchio, si rinforzeranno le forme geometriche in movimento e l’acqua zampillerà in un’infinita quantità di bollicine che corrono prima sulla superficie per poi uscire dalla campana verso l’alto, come una doccia al contrario. Tali goccioline, vengono chiamate dagli scienziati Walker; riprendendo un principio della meccanica quantistica, esse presentano sia un comportamento da particella che da onda. L’esperimento appena accennato ci fa comprendere, come attraverso un massaggio sonoro, possiamo portare in superficie, alla coscienza, un’eco delle nostre strutture sottili.
Struttura e Simbolismo
La campana tibetana è formata da una parte aperta e ricettiva a mo’ di utero che raccoglie l’energia (vibrazioni) e le informazioni dall’Universo. Se invece la capovolgiamo diventa simile a una calotta cranica quale espressione del contatto fra l’uomo e l’Universo. Il batacchio con cui si colpisce la campana per farla vibrare simboleggia altresì il “maschile”.
In questo strumento si unisce dunque i simbolismo dei due principi: maschile e femminile e si va nell’Unità che è il Divino. Ecco che nel produrre suoni, si viene in contatto con il Potere Supremo da cui si manifesta la legge dell’Amore (Padre, Madre e Figlio – la Trinità o il Tre Indiano ovvero Brahma, Visnu, Shiva). Le vibrazioni sprigionate dal suono delle campane tibetane consentono al Sé individuale di connettersi con il Sé transpersonale Celeste, alimentando effetti benefici straordinari sui vari piani energetici e stimolando l’immaginazione, l’intuizione, la guarigione….
Effetti e benefici
Ogni molecola vibra e la vita può essere concepita come un’universale danza cosmica.
In natura ogni cosa è vibrazione.
Lo stesso corpo umano è un insieme di onde e vibrazioni che, se in salute, emettono frequenze armoniose proprio come in una melodia. Essendo tuttavia noi, immersi spesso in ambienti caotici, questo equilibrio viene compromesso; si creano così frequenze disarmoniche che determinano accumuli e blocchi energetici, prima a livello sottile fino a condensarsi sul piano fisico sotto forma di malattia.
Essenziale è dunque prestare molta attenzione all’”alimentazione sonora”.
Il nostro corpo, in stato di naturale rilassamento, vibra ad una frequenza che va dai 7,8 agli 8 Hertz (cicli al secondo) in concordanza alla risonanza terrestre (risonanza Shumann). Durante la giornata entriamo e usciamo dai vari stati di coscienza che possiamo riassumere nel seguente piccolo schema:
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Le campane tibetane utilizzate in suono-terapia, attraverso il massaggio sonoro, emettono onde ALFA simili a quelle cerebrali che vanno dai 7 ai 12 Hertz al secondo. Grazie al principio della risonanza, esse inducono a uno stato di profondo rilassamento che stimola le cellule (composte in prevalenza di acqua) in profondità, modificandone in positivo la struttura molecolare e ripristinando in esse la frequenza armonica originale.
Le vibrazioni emesse dal suono delle campane tibetane, hanno altresì la capacità di riattivare la mente subconscia nello stadio meditativo, interrompendo il processo del pensiero. A questo punto i messaggi propinati dal terapeuta (immagini di salute, benessere, abbondanza …) vengono recepiti senza giudizio da chi li riceve, perché vadano a lavorare in modo profondo sul sistema energetico sottile.
impressioni riportate da chi è stato sottoposto a massaggio sonoro con campane tibetane “La Fonte”:
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profondo stato di rilassamento e benessere;
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sensazione di estrema leggerezza;
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visioni di colori luminosi, immagini oniriche o multidimensionali;
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viaggi spazio-temporali;
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abbandono del dolore fisico.
Bibliografia:
“GUARIRE CON LE CAMPANE TIBETANE” di Suren Shrestha
”MASSAGGIO SONORO CON LE CAMPANE TIBETANE” di Mauro Pedone
http//www.ilcuoredellecose.com/department/92/Campane-Tibetane-effetti-sull’uomo.html
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